Boxe, Gaetano Campanella “Dinamite” da Manfredonia al professionismo
All’anagrafe è Gaetano Campanella ma per tutti è “Dinamite” per via delle sue caratteristiche tecnico-atletiche da picchiatore. Il pugile, nato e cresciuto a Manfredonia, classe 97, macchinista di professione, inizia la sua carriera quasi per necessità con i preziosi consigli del campione foggiano Di Corcia. Trasferitosi al Nord per lavoro, prima a Ravenna e poi a Domodossola dove attualmente vive, Campanella comincia la sua ascesa allenandosi, dapprima nella palestra di Alberto Servidei (ex campione europeo) iniziando a migliorare ed affinare le sue doti e tutt’oggi con Andrea Zucco, padre di Ivan Zucco (due volte campione italiano e campione internazionale). L’atleta sipontino combatte da dilettante per la società Boxe Verbania nella categoria leggeri, 60 kg. Compatto, esplosivo e guardia destra, Campanella detiene il record di 9 match vinti, 2 pareggiati ed uno solo perso. Buone prospettive per il ragazzo manfredoniano, che ha la chiara aspirazione di passare professionista nella federazione pugilistica e diventare così il primo della storia, a salire sul ring, come tale, per la città di re Manfredi. Per lui il prossimo appuntamento, sul quadrato, è fissato il 17 luglio.
Abbiamo sentito per Stato Quotidiano, Gaetano Campanella a cui abbiamo rivolto le nostre domande sulla sua passione per il pugilato e sulle sue ambizioni future.
Quando e come ti sei innamorato ed avvicinato al pugilato?
“Mi sono avvicinato allo sport perché volevo dimagrire. Avevo circa 14-15 anni, mi sentivo escluso dalla società e volevo trovare un obiettivo. Trovai questo obiettivo nella boxe, conoscendo il grande campione olimpionico Ciro Fabio Di Corcia”.
Quando è stato il tuo esordio sul ring? Avevi qualche timore?
“Conobbi il pugile professionista, Centra Gilberto di San Giovanni Rotondo che mi perfezionó molto e mi fece fare delle gare che mi spinsero in un secondo momento ad iscrivermi nella federazione pugilistica Italiana (FPI). Il mio esordio in federazione risale al 12-05-2019. Emigrai al nord per cercare un’indipendenza economica, mi stabilii a Ravenna e lì guidato dal campione europeo, Alberto Servidei, feci i miei primi match. Mi ricordo come se fossi ieri e non nascondo che c’era un po’ di paura ma forse non mi rendevo conto nella mia ingenuità a cosa andassi incontro. Fu come un giro su una giostra. Dopo che scendi, o scegli di non risalirci mai più o non ne puoi più fare più a meno. Io scelsi la seconda”.
Quali valori ti ha insegnato il pugilato e cosa significa per te questo sport?
“Per quanto possa sembrare strano il pugilato mi affascina perché ha dei parallelismi con la vita. Ti insegna che il duro lavoro ripaga sempre, che quando suona la campana devi cavartela da solo e che le scuse non sono ammesse. Insegna che bisogna stringere i denti e conquistare ciò che vuoi, così come nella vita, ma soprattutto che bisogna fare attenzione a coloro che ti applaudono quando vinci perché sono i primi a sparire quando perdi. Così come nella vita, la gente sparisce quando non ha più bisogno di te. La boxe è vita, ti forma in tutti i sensi”.
A che pugile di fama ti ispiri?
“Il mio pugile preferito è il pluricampione mondiale professionista messicano Juan Manuel Marquez detto ‘dinamita’ e da lì nasce anche il mio soprannome”.
Secondo il tuo parere, quanto è importante la figura dell’allenatore?
“L’allenatore è una figura importantissima. Non solo è colui che ti allena ed è al tuo angolo ma è il tuo angelo custode. Mi allena il maestro benemerito Andrea Zucco coadiuvato da Andrea Canova e Pippo Castellano. Tre grandi belle persone che ogni giorno aiutano i ragazzi ad inseguire il proprio sogno. Io salgo sul ring per i colori della storica società boxe Verbania”.
Che impegno in termine di tempo ti richiedono gli allenamenti. E quante volte a settimana?
“Svolgendo un lavoro dove posso mancare anche giorni da casa o lavorare in qualsiasi fascia oraria, organizzo le mie sessioni di allenamento in base ai turni ma mediamente posso dire che mi alleno 6 volte alla settimana per 2/3 ore. Ad essi aggiungo 2-3 sessioni mattutine di corsa o pesi in aggiunta, con un riposo a settimana. Seguo anche un ferreo regime alimentare consigliato da Valerio Castigliego”.
Anche la mente conta soprattutto nella preparazione al match. C’è qualcuno che ti aiuta nell’ avvicinamento all’ incontro su questo aspetto?
“Nella preparazione mi aiutano i miei allenatori e i miei amici, ma soprattutto l’ex kickboxer professionista Maurizio Mazzurri di Domodossola che si mette a disposizione in tutti sensi, essendo proprietario di una palestra da sport di combattimento, quando non riesco ad allenarmi a Verbania nella mia società, vivendo io a Domodossola”.
Quali sono le tue ambizioni e programmi futuri?
“La mia ambizione è quella di fare una bella carriera da dilettante e in un secondo momento quella di diventare un pugile professionista, per ambire a qualche cintura importante. Nella vita, però, non si possono fare programmi. Per ora parlo di ciò che ho già fatto. Ho affrontato pugili abbastanza quotati in casa loro, battendoli con l’ultimo mio successo in Svizzera”.
Che consigli daresti ad un ragazzo che vorrebbe praticarlo?
“Consiglio a chiunque volesse praticarlo di affidarsi a gente competente, dal momento che molte persone si vendono come maestri di pugilato. Consiglio di farlo, perché fa bene a mente e corpo, ed è tutt’altro che uno sport violento. Solo successivamente, se lo si sente davvero, iniziare a mettersi in gioco con delle gare, sapendo che, nella boxe, le scuse non servono a nulla e se vuoi davvero qualcosa vai e te la vai a prendere con sacrificio. Grazie a tutti per l’attenzione e alla testata per l’attenzione. Per chi volesse seguirmi, vedere parte delle mie preparazioni o anche solo sostenermi, mi può vedere sui miei canali social. Instagram: gaetadinamite97 o facebook Gaetano Campanella”.