CICLISMO, NOTARANGELO: “La Granfondo del Gargano era il nostro fiore all’occhiello”

Se c’è uno sport che ha attraversato la storia e narrato l’incedere degli eventi e l’evolversi del tempo è senza dubbio il ciclismo; una sorta di diario ricco di aneddoti, imprese e tragedie che hanno descritto leggende e grandi campioni, fino a divenire un vero e proprio stile di vita. Il ciclismo è lo sport di strada per eccellenza, che come ebbe a dire l’ex commissario tecnico della nazionale azzurra Davide Cassani– “ti permette di trovare soddisfazioni ed emozioni anche in allenamento cercando di dare il meglio per vincere e di raggiungere posti impensabili del nostro Belpaese”.

Nel corso degli anni anche il movimento ciclistico di Manfredonia ha subito fasi alterne, ma è stato ed è sempre al passo con i tempi. Intorno agli anni 80 c’erano diverse squadre, soprattutto sponsorizzate da aziende di traslochi, con numerosi iscritti e molti praticanti ma dagli anni 90 fino al 2000 i praticanti diminuirono. Con l’avvento del nuovo millennio, grazie al gruppo sportivo Ciclistico Sipontino, unico di Manfredonia (40 iscritti), il movimento è cresciuto ed è tornato a risplendere come una volta. Numerose sono oggi, infatti, le persone e gli amatori che vanno in bicicletta e alcuni di questi fanno addirittura un’attività agonistica, ottenendo dei risultati di tutto rispetto al di fuori dei confini provinciali e anche regionali. In città si contano circa 500 appassionati, tra di questi si segnalano corridori di alto livello come Matteo Troiano e Adriano Caputo. Tutti gli altri fanno ciclismo propagandistico per divertimento e pura passione. Un trend in aumento per uno sport che fa della fatica, del rapporto con la natura e con il paesaggio, i suoi elementi cardine. Tuttavia, tranne rare eccezioni, non sono tanti i giovani che si avvicinano, sia per mancanza di spirito di sacrificio, sia per le condizioni economiche che non favoriscono la pratica dello stesso. Gli alti costi da sostenere per l’attrezzatura e la mancanza di progetti finanziari che possano promuoverlo, inducono i ragazzi verso altre specialità sportive.

Uno dei ciclisti di punta del panorama cittadino è, senza dubbio, Matteo Notarangelo, classe 66, tesserato con la foggiana Free Bike, con cui riesce a gareggiare ed ottenere importanti risultati. Nel 2022 tutte vinte le 4 gare a cui l’atleta locale ha partecipato e che gli hanno permesso di essere in testa attualmente al campionato regionale di categoria. Storicamente, purtroppo, ad oggi nessun corridore sipontino ha avuto la possibilità e la voglia di passare al professionismo ma i nostri rappresentanti si difendono bene nel dilettantismo.

Abbiamo incontrato per Sportivamente, il corridore Matteo Notarangelo a cui abbiamo rivolte le nostre domande sulla sua passione, la sua carriera e lo stato di salute del ciclismo in riva al Golfo.

Quando è nata la sua passione per le due ruote e perché dura da così tanti anni, nonostante gli enormi sacrifici che si fanno per praticarlo?

“La passione per le due ruote mi è nata fin da ragazzo e ricordo che con la Graziella andavo a Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo. Corro ormai da 34 anni. Nella stessa giornata la bicicletta ti mette di fronte a tante difficoltà che possono essere superate con il sacrificio, lo sforzo e l’abnegazione. La passione nasce con la voglia di fare, come nella vita, tanto è vero che il ciclismo è quasi la metafora di essa. Si sale, si fa fatica, e poi c’è la discesa”.

Prima di praticare il ciclismo, ha praticato altri sport? Quali?

“Prima del ciclismo ho praticato la pallavolo ed ho militato anche in squadre di serie B, in una squadra importante a Manfredonia”.

Quali sono stati i suoi migliori risultati in carriera, escludendo quelli attuali che la vedono in testa nella classifica regionale di categoria?

“Ho ottenuto bellissimi risultati e piazzamenti. Nella mia carriera ciclistica ho vinto alcune Granfondo sia nei giri corti che nei lunghi, gare di 130/150 km, numerose gare a circuito e crono, dove detengo alcuni primati, conquistando tante maglie regionali e nazionali”.

Che tipo di ciclista si ritiene di essere? Ha più caratteristiche da passista, scalatore o altro?

“Le mie caratteristiche sono quelle di un passista scalatore, anche perché ho un’altezza di 180 cm e un peso forma di 70 kg ideale per tutti i percorsi”.

Quanto tempo si allena alla settimana? E cosa prova ogni qualvolta sale in sella alla sua bici?

“Durante la settimana faccio 5/6 uscite di 4/5 ore e alterno pianura con rapporti lunghi 53/11 e salite in agilità per fare fiato e forza. Quando salgo in bici provo una energia diversa e un senso di libertà assoluta”.

Manfredonia in passato è stata, spesso, la cornice di grandi gare a livello dilettantistico, tra cui la Granfondo del Gargano. Che ricordi ha di quella manifestazione e quali sono le motivazioni per cui la stessa non si organizza più da alcuni anni?

“La Granfondo del Gargano è stata per Manfredonia il fiore all’occhiello delle manifestazioni ciclistiche della Puglia e ha ospitato fino a 1300 atleti da tutta Italia. Ho dei ricordi bellissimi, infatti, ho vinto il giro di 130km e sfiorato la vittoria sul lungo (km 200) ed in quelle successive mi sono sempre piazzato nei primi dieci assoluti. Da qualche anno non si organizza più, in quanto le spese organizzative sono enormi e anche per la mancanza di sponsorizzazione oltre che di permessi regionali”.

Il ciclismo, soprattutto, al passaggio della Carovana Rosa, è richiamo di tanto pubblico e accomuna la gente che tifa per tutti i corridori. Qual è il segreto di questo sport?

“Il segreto di questo sport è la fatica che tutti fanno e che la gente apprezza senza esclusioni di bandiera o nazionalità o colore della pelle. Tutti sono accumunati dalla voglia di dare il meglio di sé e questo piace alla gente”.

Da un veterano di questa attività sportiva, vista la carenza di movimento giovanile in città, con quali motivazioni consiglierebbe ai ragazzi di salire in sella ad una bici?

“Mi sento di dire ai giovani che questo sport è altamente formativo dal punto di vista caratteriale”.

Fino a quando correrà e cosa crede possa riservare il futuro per questo sport, sia nella nostra città che a livello nazionale?

“Finché avrò forza di pedalare andrò in bici, perché ormai è diventato il mio stile di vita e mi mantiene giovane. Mi fa sentire ancora ragazzino nonostante l’età, tanto è vero che con il gruppo di Manfredonia da un po’ di anni organizziamo i giri a tappe di quattro, cinque, sei giorni, alla scoperta di posti sempre nuovi. Abbiamo fatto il giro della Puglia, il giro dell’Abruzzo e del Molise ed adesso nell’immediato futuro, ci accingeremo nei prossimi giorni a fare il giro del Centro-Italia, comprendendo Marche-Umbria e Toscana. Nel recente passato è stato fatto anche un circuito a Manfredonia, che purtroppo per questioni burocratiche ei di traffico non viene più ripetuto. Era un bel circuito cittadino. Per attrarre più appassionati secondo me, bisogna investire di più sulla bicicletta, cercando di creare zone adatte per poter pedalare in modo da coinvolgere ragazzini, persone adulte, maschi e femmine. Pedalare è sempre una cosa bella”.

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