Europei multisport di Monaco (GER) e di nuoto (Roma): una magnifica Italia e pioggia di emozioni.

Domenica scorsa si è chiuso simultaneamente il sipario sulle manifestazioni sportive continentali andate in scena a Monaco di Baviera e Roma.
Quelle disputate in territorio teutonico hanno celebrato il cinquantennale dei giochi olimpici del 1972, dolorosamente celebri per l’uccisione ad opera di terroristi palestinesi di undici atleti israeliani e di un agente di polizia tedesco. La macchina organizzativa ha fortemente voluto che le competizioni si svolgessero nella capitale bavarese, al fine di commemorare propriamente le vittime di quella tragedia.
A sfidarsi in nove discipline (atletica leggera, canoa, canottaggio, ginnastica, ciclismo, triathlon, tennis tavolo, beach volley e arrampicata) ben 4700 atleti, provenienti dalle diverse nazioni europee ad eccezione di Russia e Bielorussia, per le quali, causa conflitto bellico ucraino, è stato disposto l’embargo, valido altresì per la concomitante rassegna romana.
In pratica si è disputata di fatto a una vera e propria mini olimpiade di Ferragosto. A brillare più di tutte è stata complessivamente la stella italiana, specie a Roma, dove abbiamo assistito ad un fantastico dominio azzurro, con ampio margine, nel medagliere finale.<br>67 le medaglie conquistate, di cui 24 d’oro e sarebbero potute essere 25 se non avessero annullato scelleratamente la maratona del mare (25 km), dove avevamo tre Italiani in fuga. Tra i tantissimi titoli ricordiamo i quattro di Giorgio Menesini nel nuoto artistico (due in coppia con Lucrezia Ruggiero), Simona Quadarella negli 800 e 1500 stile libero, Margherita Panziera nei 100 e 200 dorso, Nicolò Martinenghi nei 50 e 100 rana e l’eterno Gregorio Paltrinieri negli 800 stile e 5 km in acque libere, giusto per citarne qualcuno. Eccezionale inoltre il bottino raggiunto nei tuffi (4 ori 3 argenti e 5 bronzi e seconda posizione finale).
Spicca anche la terza posizione raggiunta agli europei multidisciplinari con 51 allori e 14 titoli continentali (Asia D’Amato e team femminile – ginnastica artistica, Marcell Jacobs, Gimbo Tamberi e Yeman Crippa – atletica, Elia Viviani, madison femminile e Rachele Barbieri – ciclismo su pista, quattro di coppia pesi leggeri maschile e femminile, quattro di coppia maschile, PR1 singolo maschile – canottaggio, Andrea Di Liberto e Manfredi Rizza più Federico Mancarella – canoa sprint), alle spalle soltanto dei padroni di casa tedeschi (26O, 20A e 14B) e della Gran Bretagna (24O, 19A e 17B), che tuttavia ci hanno consentito di mantenere saldamente il primato nella classifica combinata.
Tantissime le emozioni vissute, scaturite anche dalle performance degli altri, come ad esempio quelle suscitate dall’immensa e meritata vittoria conquistata con gli artigli dall’Albanese Luiza Gega nei 3000 siepi femminili (atletica), gara dominata dal primo all’ultimo metro e che ha visto l’altrettanto commovente prova della siepista di casa Lea Mayer (argento), che sospinta dal calorosissimo tifo di casa si è superata abbassando di 10 secondi circa il proprio PB, riscattando la sfortunata prova degli ultimi mondiali ad Eugene (USA), dove era caduta completamente in acqua durante il superamento dell’ostacolo “riviera”. La rappresentante del Paese delle Aquile sigla così, con il record dei campionati (9’11”31), il primo successo della storia della sua nazione.
Al termine delle kermesse rimane unicamente l’amarezza per l’ennesima esclusione di Russia e Bielorussia, in quanto lo sport è nato storicamente per unire i popoli ed alimentare una speranza di pace, a prescindere dagli eventi!

P.G.

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