Lucia Melcarne, foto e sport: una passione lunga una vita
Zaino in spalla e via a fotografare. Cambiano società, atleti, anni ma lei è sempre lì, con la sua fedele amica: la sua macchina fotografica. Lucia Melcarne, è conosciuta da tutti a Manfredonia, per la sua passione e amore verso la città e lo sport, per cui si prodiga nei suoi momenti liberi, dopo intense giornate. La fotografia, il mezzo per eccellenza, per immortalare frammenti di realtà, rappresenta per Lucia non solo un hobby ma forse anche un modo di esprimersi. Le sue immagini parlanti, che immortalano istante per istante, tutti i momenti clou delle gare di ogni disciplina sportiva, delle nostre squadre, di cui è la prima tifosa, rappresentano il modo di rivivere i ricordi di grandi giornate di sport e socializzazione collettiva. Tutti magari avremmo desiderato fotografare ed immortalare il viso di un grande corridore o di un campione nel massimo sforzo da una posizione favorevole ma ovviamente pochissimi sono in grado di farlo, come del resto lo sport insegna, che ogni traguardo va raggiunto per gradi.
Nella nostra chiacchierata ci racconta i suoi esordi in punta di piedi, costruendo i primi piccoli portfoli e crearsi una buona reputazione presso i media e le società sportive. Una passione ereditata da suo padre, i primi scatti con le macchine a rullino, in modo non professionale nelle gite scolastiche, ed il suo divertimento nel vedere ritratti paesaggi ed ambienti e poi la frequentazione di un circolo fotografico e i festeggiamenti nel lontano spareggio vittorioso con l’Orlandina nell’a.s. 1998/1999. I suoi impegni lavorativi e difficoltà economiche non le consentivano spesso di seguire le gare, fino a quando conobbe un’agenzia e il club storico delle “Panze Scozzesi” con cui ebbe la possibilità di seguire per prima volta la squadra del cuore in trasferta, nella finale scudetto ad Orvieto con la Massese. Ci descrive con dovizia di particolari il primo match da bordo campo in quel di Vasto, fino all’ottenimento del pass per essere costantemente in campo in tutte le gare del Manfredonia Calcio.
Le prime esperienze non furono proprio brillanti. Ci racconta che le foto, ai tempi della pellicola, erano mosse e spesso da buttare. La sua caparbietà e i suoi sogni di fotografare atleti, momenti e ricordi ebbero la meglio. Nelle sue parole traspare la gratitudine per Lino Losciale e Michele Rinaldi, che nel corso degli anni, l’aiutarono con l’attrezzatura e con preziosi consigli sull’arte fotografica. La conversazione diventa piacevole e le mie domande più numerose.
Il momento più bello e più brutto che hai dovuto immortalare nel corso degli anni?
“Ce ne sono tanti di momenti belli, come quella indimenticabile di Roseto degli Abruzzi ma se dovessi scegliere per me è stata la promozione in serie D, perché vissuta a contatto con la squadra ai tempi di Sdanga, Troiano e Vitulano. Fino all’ultimo non sapevo come andarci e poi sono riuscita. Molto bella anche la tensione e l’emozione di domenica a Fasano. Sul momento più brutto non ho dubbi la retrocessione con il Verona (per una sola rete) e il fallimento“.
Con che dinamiche decidi il colpo/ flash soprattutto quando sei live?
“Cerco di seguire l’azione ed il portatore di palla, lavorando d’anticipo. Molto importante è l’intuito perché guardando dalla macchina non ho la visione a 360gradi, scattare a raffica cercando di beccare l’azione e di centrare il gol ma non è sempre facile”.
Hai mai pensato di farne una vera professione?
“Sì ci ho pensato e ho anche diverse richieste ma mi piace rubare gli scatti e i momenti. Preferisco le cose spontanee, non costruite e non le pose. Mi piace la fantasia e l’immaginazione e la libertà di creazione”
Venendo all’attualità: hai seguito questo brillante campionato! La tua esultanza è diventata virale. Secondo te, perché?
“Mi ha contattato la testata Rete Smash chiedendomi se avesse potuto pubblicare il video della mia esultanza (parte del post gara di Antonio Castriotta per Stato Quotidiano. n.d.r), perché mi è stato detto che lo trovavano simpatico, più che altro perché era ciò che provavano tanti a casa e a maggior ragione io che stavo sul posto. Penso che sia questo il motivo. Tanta gente mi ha detto: Brava! Era un grido liberatorio dopo il terno a lotto dei rigori, nel quale avevo il cuore in gola. Urlo di gioia quando poi vedi il tuo portiere correre attraverso il campo, in quel momento, il cuore sempre impazzito e la telecamera puntata addosso ha fatto il resto…”
Un viaggio lungo anni e per tutto lo stivale, al seguito del Manfredonia Calcio e di tutte le compagini con i colori biancocelesti che hai iniziato a seguire.
“Seguo come tutti sanno anche il calcio a 5, che ha dinamiche tutte e totalmente diverse perché è più veloce. Basket e pallavolo, non solo il calcio. Mi è sempre piaciuto lo sport. Ho conosciuto queste grandi realtà e queste grandi famiglie con bellissime soddisfazioni, con le grandi emozioni della serie A del calcio a 5 o con la Volley Maschile con la vittoria del campionato”.
Hai prodotto migliaia di foto ma a quale sei particolarmente affezionata?
“Ho vissuto dal vivo 3 promozioni in serie D,1 in C2 ed 1 in C1, oltre a momenti brutti. Ne ho tante a cui sono affezionata particolarmente ma mi piace ricordare i momenti belli ed al cardiopalma della finale playout di Castellaneta, con la rete salvezza di Ivan Romito, e i rigori di domenica scorsa con il Gallipoli o il boato della rete di Pasquale Trotta con la Sly, che riecheggia ancora nelle orecchie ma sicuramente la più bella è sempre quella che ancora dovrò scattare”.