Pietro Basta ed il suo esordio in serie A

“Il genio è l’1%, talento e 99% duro lavoro”, recitava un vecchio adagio di Albert Einstein. Una massima che è alla base del percorso di Pietro Basta, playmaker di 16 anni, cresciuto nella cantera della Webbin Angel Manfredonia.

La data del 20 novembre 2022, è stata una giornata storica per il basket sipontino. L’atleta manfredoniano ha esordito in serie A, entrando sul parquet del PalaPentassuglia di Brindisi, nella gara tra Happy Casa Brindisi e Carpegna Prosciutto Pesaro. Orgoglio di mamma Anna Maria e papà Giuseppe, il talento cittadino della palla a spicchi, è arrivato tra le file biancoazzurre proprio quest’estate, opportunità giuntagli dopo aver mostrato le sue doti e la sua “testa giusta” in tutta la trafila delle selezioni giovanili biancoceleste, partendo dal minibasket all’età di 5 anni, proprio con la Giuseppe Angel. Il match non è stato dei più fortunati per la squadra brindisina, travolta dai pesaresi 74-102, ma il debutto del giovanissimo cestista, quando coach Vitucci lo ha mandato dentro, resterà negli annali dello sport locale.

In un momento storico nel quale spesso emergono contesti di una generazione giovanile liquida e con un’identità plurima, che nutre sfiducia nel futuro e caratterizzata da un alto grado di incertezza e di simboli negativi, Pietro Basta è l’esempio tipico che passione per lo sport, sacrifici e cultura del lavoro, sono ancora e fortunatamente elementi utili ed indispensabili per emergere ad alti livelli.

Per Sportivamente, lo intervistammo il 22 agosto scorso, quando ci confidava che il suo sogno nel cassetto sarebbe stato quello di “poter giocare un giorno in serie A”. Quel giorno è arrivato prestissimo nella sua carriera, che si spera sia radiosa.

“Mamma, papà, voi non potete capire”– ha esclamato al momento della convocazione. “Sapevo che sarebbe accaduto ma non così presto”- ci spiega Pietro Basta. “Nel momento in cui sono entrato in campo non ho avuto il tempo di pensare. Tutto è successo talmente veloce che non ho pensato a niente. Solo alla fine della partita ho realizzato quello che era accaduto. Mi sono venuti in mente molti ricordi. Ho pensato ai miei genitori, a Gianpio (Ciociola n.d.r.) e agli anni passati ad allenarmi per questo obbiettivo. Un mix di emozioni: è stato bellissimo”.

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