Serie D, il peggior Manfredonia subisce l’ennesima sconfitta (1-3 col Nardò)

Non conosce fine la crisi dei biancocelesti, alla quinta sconfitta consecutiva di cui tre maturate tra le mura amiche. Il cambio tecnico non ha ancora sortito l’agognata inversione di tendenza e nemmeno gli ultimi recentissimi innesti (Gningue e Bubas), lanciati immediatamente nella mischia da mister Luigi Panarelli, sono serviti per scongiurare la lenta e inesorabile agonia!
Al “Miramare” il turno infrasettimanale di campionato (8ª giornata di Serie D – girone H) inizia coi supporter, locali ed ospiti, in religioso silenzio per onorare la prematura scomparsa dei tre giovani tifosi del Foggia ed evidenziare la necessità di un cambiamento maturo e imprescindibile del mondo ultrà. I primi tre minuti scorrono quindi in un’atmosfera surreale, come se si giocasse a porte chiuse. E’ proprio vero, spesso il silenzio è più rumoroso di ogni cosa.
Come nei precedenti incontri i padroni di casa partono abbastanza bene, creando anche qualche timida occasione da rete. L’illusione dura solo 16 primi; il Toro segna al primo affondo con Piazza, sicuro nel calciare al volo sottorete un ottimo spiovente di un compagno. I foggiani perdono Sepe al 21’, vittima di un durissimo scontro di gioco; il terzino uruguaiano abbandonerà l’impianto in barella al termine della prima frazione. Al 23’ Addae, il migliore in campo, si mette in proprio e scaglia un bolide dal limite finito di poco a lato. Al capitano dei granata risponde subito Coppola con un insidioso tiro cross dalla destra che De Luca smanaccia in corner. Passano sei minuti e i salentini raddoppiano facilmente (29’) con un tiro di Correnti in area diretto sul primo palo di Vlasceanu, al termine di una bell’azione male arginata dai garganici, troppo molli nell’occasione. Quest’ultimo atteggiamento sarà il leitmotiv per il resto dell’incontro, unitamente ad un’inaspettata abulia che innesterà più di qualche giustificato mugugno dagli spalti a partire dal duplice fischio del direttore di gara. Il Nardò in seguito andrà vicinissimo alla terza segnatura ancora con uno scatenato Correnti; l’estremo difensore sipontino, nell’occasione, si allunga con più di qualche patema d’animo. I primi 45’ vanno in archivio con il piatto a volo di Spina a ridosso del montante neretino, servito su punizione da Calemme, deviato in calcio d’angolo da un difensore avversario.
Nel secondo tempo il tecnico manfredoniano decide di mandare dentro, praticamente da subito, gli attaccanti Tedesco e Bonicelli (in luogo di Bubas e Amabile). E’ proprio quest’ultimo a fallire una ghiottissima occasione che avrebbe potuto riaprire l’incontro, sparando malamente sul portiere granata un assist perfetto servito proprio dall’altro subentrante ex Martina (59’). Nonostante i locali schierino un modulo a trazione anteriore latitano i tiri verso la porta antagonista, per via sempre di un approccio, all’apparenza, inspiegabilmente al limite del rinunciatario e improntato alla rassegnazione. Si giunge così al 71’ con un Milli (“in” al posto di Pinto) quasi incredulo nel vedere il proprio rasoterra, debole e centrale, varcare la linea di porta con la “collaborazione” del portiere romeno (0-3). E’ una disfatta per i biancocelesti! Pleonastico il rigore trasformato cinque minuti dopo da Giacobbe, tant’è che la “Gradinata Est” non esulta ed abbandona il settore di spettanza un quarto d’ora prima, come evidente segno di disapprovazione! L’ indulgenza del tifo organizzato non poteva rimanere eterna…
E’ buio pesto per il Manfredonia Calcio, peggior difesa/attacco del torneo e di fatto fanalino di coda assieme al Brindisi (-12 punti di penalità). L’infelice pomeriggio termina con una contestazione plateale dei tifosi al rientro della propria squadra nello spogliatoio ed il silenzio stampa della società, sicuramente delusa e contrariata più di tutti dopo gli enormi sacrifici economici sostenuti per tentare di costruire qualcosa di veramente bello! 

Articolo e fotogallery a cura di
Pierfrancesco Gallifuoco

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