Eugene, Mondiali di Atletica: Tokyo 2020 irraggiungibile, ma l’Italia c’è.

Eguagliare gli eccellenti e forse irripetibili risultati conseguiti solamente un anno fa era impensabile, alla luce delle non perfette condizioni fisiche delle nostre punte di diamante e di qualche illustre assenza, come quella ad esempio dell’olimpionica di marcia Antonella Palmisano, ma gli Azzurri hanno confermato l’ottimo stato di salute dell’intero movimento anche in Oregon, dove per la prima volta nella storia si sono svolti in territorio U.S.A. i Mondiali di Atletica Leggera.

La rassegna, che ha chiuso i battenti per noi nella notte di domenica scorsa, ha portato difatti in dote all’Italia due allori, tra cui un titolo, più numerose posizioni di vertice, consentendo di raggiungere nel medagliere l’undicesima posizione e la terza piazza a livello europeo.

A brillare più di tutte è stata ancora una volta la stella del Campione Olimpico della km 20 di marcia Massimo Stano, autore di una prestazione perfetta nella km 35, nuova distanza che sostituirà la classica 50 alle prossime Olimpiadi di Parigi 2024. Il marciatore pugliese, pertanto, compie un altro piccolo miracolo, conquistando un meritatissimo titolo mondiale su di un percorso lungo quasi il doppio, dimostrando tutto il suo ecclettismo in questa particolare e antica specialità. <br />Con la sua condotta di gara praticamente perfetta, soprattutto da un punto di vista tattico, il fuoriclasse di origine barese colma così un vuoto che durava da “Parigi 2003”, quando a salire sul gradino più alto del podio era stato nell’asta il Siciliano Giuseppe Gibilisco.

Passando dalla strada alla pedana del salto in alto registriamo poi la straordinaria performance fornita da Elena Vallortigara, che ha colto un magnifico ed in qualche modo inaspettato bronzo. La saltatrice vicentina è riuscita così a scacciare finalmente tutti i fantasmi delle precedenti partecipazioni, nelle quali ha sempre incontrato grossissime difficoltà nel superare lo scoglio delle qualificazioni.

Per la legge dei grandi numeri non sono mancate, ahinoi, le non poche medaglie di legno, in grado di testimoniare nondimeno anch’esse il valore raggiunto negli ultimi tempi dalla nostra atletica.
Una di esse è toccata a Gimbo Tamberi, presentatosi in una condizione fisica precaria. Il campione olimpico, alle prese anche con problemi di coaching, dopo aver superato le qualificazioni all’ultimo respiro, mettendoci tutto il cuore e l’orgoglio del mondo ha piazzato in finale un eccellente salto di 2mt e 33cm, identica misura superata, ma alla prima prova, dalla medaglia di bronzo Andriy Protsenko (UKR).

Stessa sorte è toccata nel lancio del martello a Sara Fantini (73mt 18cm), ma l’Italia grazie all’Emiliana non si era mai spinta così in alto nella storia di questa disciplina.
Notevole altresì il ranking realizzato dai nostri portacolori nel salto triplo, con il quarto ed il quinto posto mondiali di Andrea Dallavalle (17mt25cm) e di Emanuel Ihemeje (17mt17cm), a pochissimi centimetri entrambi dal podio.

Il bottino sarebbe potuto essere più ricco, ma l’ennesimo infortunio stagionale capitato al bicampione olimpico Marcell Lamont Jacobs, campione mondiale indoor 2022 nei 60mt, ci ha privato di un oro mondiale alla portata nei 100mt piani, depotenziando così anche la staffetta 4×100. All’atleta delle Fiamme Oro va il plauso per averci provato in batteria, rischiando tuttavia di compromettere definitivamente una stagione che riprenderà a breve con gli Europei di Monaco (GER), dove auspichiamo una sua imprescindibile presenza, allo stato ancora in dubbio.

A proposito di staffetta una menzione a parte va fatta per lo sfortunatissimo Filippo Tortu, fuori dalla finale dei 200mt per “soli” 3 millesimi, nonostante il nuovo P.B. di 20”10. I costanti miglioramenti sulla nuova distanza fanno comunque ben sperare proprio per gli imminenti europei, dove le aspettative dell’alfiere delle Fiamme Gialle, che non ne fa misterno, sono molto elevate.

Guardando infine un pochino oltre il nostro orticello, annotiamo in questa manifestazione la nuova impresa realizzata del formidabile astista svedese Armand Duplantis, in grado di cogliere per la terza volta nel 2023 il nuovo record mondiale di specialità.
Il Bubka 2.0 ha portato l’asticella alla vertiginosa altezza di 6m e 21cm ed il classe 1999, con ogni probabilità, non arresterà qui la sua fantastica sfida contro se stesso!


P.G.

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