Manfredonia, con il Santa Maria Cilento un pari che sa di sconfitta

Tabellini

Manfredonia 1932: Antonino, Forte, Viti, Basualdo (40’st Calemme), Konatè, Bamba, Babaj (1’stPrencipe), Giacobbe, Cesario (16’st Pozzebon), Achik, Balba(1’stTaormina). All. Cinque.

Santa Maria Cilento: Cannizzaro, Coulibaly(14’st Catalano), Campanella, Ferrigno, Cocino, Nicoletti (1’st Borgia), Maio, Nunziante, Maiese, Persanov(27’st Gaeta), Bonfini. All. Ferullo.

Reti: 18′ Konatè, 39′ st Gaeta rig.

Ammoniti:Basualdo, Pozzebon, Achik, Maio, Antonino, Maiese, Ferrigno, Campanella

Angoli:1-5

Recupero: 3’pt, 4’st

Arbitro: sig. J.Gallorini (Arezzo)

Assistenti: sigg. G. Palumbi (Termoli) / S. Guidi

Il quinto rigore subito a pochi minuti dal termine, in sei incontri, costa una vitale vittoria per il Manfredonia, che nel primo crocevia salvezza, deve accontentarsi del pari per 1-1 con il Santa Maria Cilento, nella sesta giornata del campionato di serie D, girone H. Prestazione decisamente non convincente dei biancocelesti nella seconda frazione che smettono di giocare consegnando metri e possesso agli avversari fino all’episodio determinante.

Miramare nuovamente aperto al pubblico, dopo le porte chiuse con Altamura ed Angri e i supporters rispondono presente sugli spalti.

Mister Cinque schiera gli stessi undici che hanno ben figurato nella trasferta di Pagani. Spazio ancora ad Achik e Cesario con Calemme e Pozzebon relegati in panca. Ferullo risponde con un solido 4-4-2, rinfoltendo la mediana e optando per Maiese e Persano davanti. Fase di studio tra le due squadre con match che giostra prevalentemente a centrocampo nel quale gli ospiti appaiono meglio strutturati fisicamente. Il primo squillo è al 5′, palla radente in area con Balba anticipato in extremis prima della zuccata. Il Donia sblocca il match al 18′. Punizione da sinistra di Viti per l’incornata perfetta di Konatè che spedisce la palla nell’angolo lontano. Gli ospiti provano ad alzare il baricentro dopo il gol subito ma i Sipontini riescono con buone letture a rendere  difficile il gioco in ampiezza dei giallorossi (oggi in blu). Al 34′ bel lavoro di Cesario che innesca con un filtrante Achik il cui tocco felpato è murato da Cannizzaro. Un minuto più tardi cross dentro per Konatè che va giù in area, l’arbitro sorvola tra le proteste dell’ivoriano. Al 41′ è Achik con una veloce ripartenza a ribaltare il fronte ma la conclusione dell’esterno marocchino risulta debole e centrale. Non succede più nulla fino al 48′ e il duplice fischio arbitrale manda le compagini al riposo con i locali in vantaggio per 1-0.

Cinque decide di rientrare dagli spogliatoi con due under diversi. Dentro Taormina e Prencipe per Balba e Babaj. Ferullo, dal canto suo, getta nella mischia Borgia per un impalpabile Nicoletti. Il Donia passa a un più prudente 5-3-2 e l’iniziativa nella fase di apertura di ripresa è dei viaggianti. Ferrigno, al 7′, da buona posizione colpisce al volo in modo impreciso, palla a lato. Maiese, al 10′, sfrutta una sponda in area e in controtempo, di testa spedisce fuori. I padroni di casa vanno vicino al raddoppio al 12′. Azione fotocopia del vantaggio. Punizione di Basualdo ad imbeccare la testa di Konatè che in tuffo non centra il bersaglio grosso. Antonino sventa una pericolosa incursione prima dell’ingresso di Pozzebon al 16′. Bamba, al 19′, è decisivo nella diagonale difensiva rifugiandosi in angolo. Catalano dalla lunetta, prova a sorprendere su punizione Antonino al 27′, sfera alta sulla traversa. Il Donia si abbassa a protezione del vantaggio. Maio cerca il penalty al 31′ e rimedia il giallo per simulazione. Cinque passeggia nervosamente davanti alla sua panchina. Al 39′ lungo lancio dalle retrovie, Gaeta supera con un sombrero Konatè, che lo aggancia nettamente. Rigore sacrosanto che lo stesso calciatore trasforma. Calemme appena entrato tenta la sortita da fuori area, al 41′, Cannizarro si distende e respinge. Il Donia attacca a testa bassa ma è confuso e senza idee. Qualche mischia e nulla più e per i biancocelesti il triplice fischio sancisce un pari che sa di sconfitta.

Foto Lucia Melcarne

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