Vitulano Manfredonia, dal riscatto al precipizio

Sabato scorso, con lo svolgimento del 30° turno, si è conclusa nel peggiore dei modi per il “Vitulano Drugstore C5 Manfredonia” la regular season del Campionato Serie A2 di Futsal, ossia quella che nel cuore dei tifosi sipontini sarebbe dovuta essere la stagione della riscossa dopo la bruciante retrocessione dal massimo campionato. In realtà, prima del “inizio delle ostilità”, la società aveva assunto un profilo basso, non essendosi lanciata in nessun proclamo ufficiale.

I risultati particolarmente lusinghieri della prima parte del torneo, tuttavia, avevano alimentato concrete speranze di rivalsa nell’ambiente. Un roster totalmente rinnovato, guidato dall’esperto tecnico campano Carlo Cundari, primo tassello del mercato estivo biancoceleste, dopo uno sbalorditivo filotto di successi consecutivi era addirittura giunto a giocarsi la leadership del proprio girone contro la corazzata “Sporting Sala Consilina” in una supersfida del girone “C”. Correva la 10ª giornata sulle trenta previste (18.11.2002) e nonostante la sconfitta di misura maturata lontano dalle mura amiche (5-3) i manfredoniani, portatisi persino in doppio vantaggio, non avevano per nulla sfigurato contro quella che, solamente alcuni mesi più tardi, sarebbe stata la squadra neopromossa in Serie A, nonché la vincitrice della Coppa Italia di categoria.

Una tipologia di gioco particolarmente accorta nella fase difensiva, ma nel contempo efficace e cinica nelle ripartenze, guidata da un capitano di indiscusso valore del calibro di Fred, grazie allo spirito di sacrificio dei propri interpreti stava producendo pertanto degli insperati frutti.

Sarebbe stato quindi impronosticabile, da lì a qualche giornata più tardi, prevedere una crisi profonda di risultati, gioco ed identità, involuzione quest’ultima, a conti fatti, figlia di una infelice rivoluzione in seno alla società e non solo tecnica. Le prime avvisaglie negative, in realtà, si erano materializzate solamente alcuni giorni più tardi dalla trasferta campana, con le brusche ed inaspettate interruzioni dei rapporti di collaborazione con i valenti calcettisti Baranuskas, Recasens e Foti. Ancor più sorprendente, di lì a poco, era stata la conclusione dell’avventura foggiana per l’estremo sipontino Yuri Pozzo, autentica saracinesca del “C5 Manfredonia” e punto di riferimento, assieme al capitano, dell’intera rosa. Il vero colpo di scena, infine, si sarebbe concretizzato durante la pausa natalizia con il congedo forzato del mister campano, nonostante un bottino di 25 punti in classifica che, all’epoca, garantiva ancora la promozione diretta nel nuovo campionato di Serie A2 “Elite” e la conseguente disputa dei playoff per la Serie A. Con mister Cundari, inoltre, la compagine garganica aveva centrato anche il diritto a disputare la Coppa Italia.

Da evidenziare che ancora oggi rimangono oscure le cause scatenanti lo tsunami in argomento. E si giunge così all’era David Ceppi, mister altrettanto abile ed apprezzato anche nella categoria superiore. Sin dallo start il tecnico umbro poteva contare sugli innesti del mercato di riparazione, alcuni dei quali a disposizione già del suo predecessore.

Neanche il più pessimista dei simpatizzanti avrebbe potuto immaginare che da questo momento in poi ci sarebbe stato un crollo verticale della squadra sipontina, sia in termini di risultati che di gioco. Dall’avvento della nuova panchina non erano nemmeno passati inosservati alcuni vigorosi “passi di valzer” a livello di vertici dirigenziali, tra ritorni e addii più o meno annunciati.

I risultati cominciano così a sparire completamente dai radar, surclassati da una serie infinite di sconfitte e di prestazioni anonime, alcune delle quali maturate anche con compagini di modesto valore. Memorabile resterà in negativo lo squallido zero a zero, risultato più unico che raro in questo sport, rimediato in casa con il fanalino di coda Bovalino Calcio a 5. Nonostante l’impegno dei nuovi innesti, alcuni dei quali, se pur non più giovanissimi, di provata esperienza nella categoria e non solo, il lavoro alacre e diuturno del tecnico subentrante non viene agevolato. Dopo un paio di mesi, costati un’inevitabile e vertiginosa caduta in classifica, tuttavia, la compagine garganica torna finalmente ad avere, anche se a lenti passi, una propria identità di gioco, specie al PalaScaloria di fronte al pubblico amico.

La clamorosa e meritata qualificazione ai quarti di Coppa Italia a discapito del “Olimpia Verona”, dominatrice indiscussa del girone “A” della Serie A2, induce poi ad un cauto ottimismo, facendo intravvedere un barlume di speranza nella crisi e nel caos più totali.

Quanto auspicato invece non avviene, anche se per alcuni match interni non si possono escludere attenuanti come più di una “svista” da parte dei giudici di gara, accompagnata da una buona dose di sfortuna in fase realizzativa, culminata con delle vere e proprie fiere dei legni. Tutto ciò in verità non può giustificare l’amaro verdetto finale, sancito dal campo sabato scorso e cioè il mancato raggiungimento di quel minimo sindacale costituito dalla qualificazione ai playoff per la nuova serie A2, creata con la recente riforma dei campionati.

Nell’ultimo match, terminato nella prima frazione con un illusorio e beffardo vantaggio, si sono riviste puntualmente quelle imperdonabili disattenzioni in fase difensiva, costituenti, dispiace sottolinearlo, alcuni fondamentali del calcio a 5, come lo schieramento opportuno e vigile dei calcettisti sui calci d’angolo e le rimesse dal fondo a ridosso del corner stesso. Se a ciò si aggiunge una costante latitanza nelle finalizzazioni con l’ausilio del portiere di movimento, leitmotiv andato in scena molto spesso, i risultati finali potevano essere tutto tranne che lusinghieri.

Quattro miseri punti totalizzati in ben tredici incontri rappresentano un ruolino di marcia spettrale. Sarebbe bastato classificarsi come migliore undicesima dei tre gironi per centrare l’obiettivo minimo ed invece, a causa della nona sconfitta consecutiva fuori casa in quel di Cosenza, l’ultimo disperato salvagente sino al precedente turno per via di una media punti favorevole, è svanito clamorosamente, sancendo così la permanenza in quella che, a partire dall’anno prossimo, sarà la terza serie del futsal nazionale. Mister Ceppi, a consuntivo, al netto del suo subentro e di tutte le giustificazioni del caso, purtroppo non si è rivelato quel valore aggiunto capace di far approdare la nave biancoceleste nel porto sicuro quanto meno dell’appendice playoff.

Sia chiaro, le responsabilità della debacle sono equamente distribuite in tutte le componenti: societarie, tecniche e di squadra ma aver perso così una considerevole chance di rimanere nel calcio nazionale che conta, con le previste ed eccezionali 26 promozioni nel neo campionato di Serie A2 “Elite”, di cui 17 dirette e 9 tramite gli spareggi, è un vero peccato. Il rammarico viene ampliato dal fatto che per il 2022/2023 il regolamento prevede anche un secondo turno di playoff tra le perdenti, attraverso il quale, in caso di successo, è possibile raggiungere ugualmente il traguardo.

Giunti a questo punto può apparire piuttosto prematuro intavolare questo genere di considerazioni, ma bisogna opportunamente rilevare che una delle piazze più calde e competenti dell’intero Meridione si appresta a disputare, tra qualche mese, un campionato divenuto improvvisamente minore, circoscritto nel contempo ad un’area geografica considerevolmente limitata, dove, se si vorranno mantenere delle ambizioni, sarà certamente più arduo riuscire a centrare la nuova seconda serie. Il futuro? Sarà possibile un ripescaggio? Le incognite ad oggi non mancano, a cominciare dagli impegni degli sponsor e da ciò che succederà lungo lo Stivale per le prossime iscrizioni alla stagione 2023/2024.

Al momento nessun pronunciamento ufficiale su ciò che è accaduto e sulle prossime tappe del futsal biancoceleste è stato rilasciato dal “C5 Manfredonia”. Chi vivrà vedrà…                                                

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