Manfredonia contro Gallipoli per fare la storia

Quella che si disputerà domenica al Vito Curdo di Fasano, con fischio d’inizio alle ore 17,30, sarà una partita decisiva per la storia delle due squadre. I sipontini tenteranno di approdare nella serie D nazionale dalla quale mancano dalla stagione calcistica 2017/2018, conclusasi con la fatidica retrocessione dal torneo nazionale. Una retrocessione probabilmente evitabile ma la città di Manfredonia, quella calcistica, che vive e si nutre di pane e pallone ha dovuto digerire, suo malgrado, diverse inspiegabili ed forse evitabili retrocessioni.
Il primo guaio fu la dissoluzione dopo la C2 del 2009/10 con conseguente ripartenza dall’Eccellenza.
Ma dopo il secondo guaio è stato più duro scalare i vertici dei vari gradini delle categorie regionali. La Puglia ha un bacino calcistico enorme, se si considera che da Chieuti a Santa Maria di Leuca è la stessa distanza che c’è tra Manfredonia e Fano o da Manfredonia a Roma passando per Pescara.
E’ assurdo che una regione così vasta debba esprimere solo un girone di Eccellenza, mentre altre realtà come la Campania, la Toscana, il Lazio, il Veneto (sic) hanno due promozioni in Serie D.
Sarebbe cosa buona e giusta, se ogni anno, ci fosse almeno una rotazione, tra quella che di gironi ne ha tre come la Lombardia, la quale concedesse ogni due anni, a titolo di amicizia (sic) un posto ad una meridionale.
Ma il sempre eterno Giancarlo Abete, non è prodigo a facili lusinghe, potrebbe farsi un esame di coscienza e portare almeno qualche girone di Serie D a 20 squadre.
Dei 9 gironi di Serie D, solo 2 sono a 20 squadre (A e D), gli altri tutte a 18. Se si facesse un girone da 20 nel meridione non si farebbe torto a nessuno visto che ce n’è uno al nord ed uno al centro. Ma veniamo alla storia calcistica delle due contendenti.
Il Manfredonia ha disputato 29 volte la Serie D e il Gallipoli 8 volte, insomma, un differente blasone dilettantistico.
Il “Caddhipuli” è una bella squadra, veloce e tatticamente si schiera con un 3-5-2.
ll tecnico Alessandro Carrozza lo vedemmo sgattaiolare nei campi della C1 a metà degli anni 2000 con i giallorossi di patron Barba che s’inventò il prodigio della Serie B per poi cadere inesorabilmente nei campionati regionali (un po’ come da noi).
La squadra ha l’over in porta con Passaseo e arricchisce il reparto arretrato del carattere di Fruci, Stranieri e Benvenga con un passato in serie D e Serie C.
La punta di diamante è il franzoso Thomas Perchaud che i nostri del Real Siti hanno conosciuto presso le loro lande, poi a comandare la metà del campo vi sono capitan Scialpi, con Nazaro (under) e Sanso. L’altro under che corre sulle corsie è Chiatante, insieme a Piscopiello. Poi vi è il capo cannoniere Marco Iurato ed il fantasista Quarta, nome comune dalle parti de lu Salento.
Il Manfredonia ha il vantaggio di giocare quasi in casa nella tana degli “allentati” club storico pugliese, potendo contare su una gruppo carico ma soprattutto dai rilevanti valori tecnici ampiamente evidenziati nella stagione regolare. Il resto sarà il campo a decretare… mentre ci rassereniamo nel cantare nella corte della grecia salentina… “Aria caddhipulina canta canta… Mannaggia la marea, la marea de lu mare, comu te giri giri sempre arrethu l’hai piare”.
Resta l’incognita di un probabile match sotto la pioggia, una costante dell’ultimo mese che potrebbe condizionare il match. Se così fosse, speriamo valga il detto: squadra bagnata, squadra fortunata, ovviamente, per inequivocabile campanilismo, quella dei Delfini bianco azzurri, pronti, a trasformare il terreno di gioco del Vito Curlo in occasione della GARA più importante della stagione, con il sostegno dei propri calorosi aficionados che in massa e con ogni mezzo raggiungeranno Fasano, nella seconda fossa dei leoni. Pochi giorni ancora e quel PazziDte, slogan di inizio stagione, potrebbe concretizzarsi, come promesso dal patron Giuseppe Di Benedetto, regalando in primis a se stesso e conseguentemente alla città di Manfredonia emozioni indescrivibili ma soprattutto, cristalizzare il proprio nome, per sempre, nella novantennale e gloriosa storia del Manfredonia Calcio 1932.

Antonio Castriotta & Giovanni Ognissanti

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