Atletica leggera. Michele QUITADAMO, un campione sipontino dimenticato troppo in fretta

Manfredonia, città di podisti e di un movimento in continua espansione, nonostante la città non disponga ancora di una pista di atletica. Malgrado le carenze strutturali, diversi sono stati i campioni sipontini capaci di affermarsi a livello nazionale e oltre nella disciplina dell’atletica leggera. Tra questi ricopre indubbiamente e meritatamente una posizione di rilievo Michele Quitadamo, mezzofondista particolarmente noto anche tra agli “addetti ai lavori” della città del Golfo, ma poco celebrato per i titoli e le prestazioni realizzate lungo il corso della sua carriera agonistica.

La sua storia inizia molto tempo fa, quasi per gioco, quando all’età di dieci anni comincia ad affermarsi nettamente in alcune gare cittadine su strada dedicate ai ragazzi ed organizzate dal vulcanico ed eclettico Giuseppe Marasco, sensibile e vicino anche al mondo sportivo. In seguito Michele, fiero dei suoi primi posti, opta tuttavia per lo “sport nazionale”, imboccando un percorso che lo porta a giocare a calcio nelle fila del “C.S. Carabinieri”. 

Il tempo scorre, ma il giovane adolescente sipontino non dimentica il suo primo amore e, spronato dallo zio Filippo Castriotta, noto ultrarunner manfredoniano, a sedici anni riprende a correre e ad allenarsi con costanza. Si tessera inizialmente per la locale “Atletics Club Manfredonia”. La stoffa non manca e lo confermano i tanti successi, che gli consentiranno di gareggiare successivamente per sodalizi prestigiosi, quali la “Fiamma Atletica Triggiano”, all’epoca prima società pugliese, “Leca Bojano” e “C.S. Marina Militare”.

Vittorie e piazzamenti conseguiti dal talento manfredoniano non giungono casualmente, né sono frutto di improvvisazione. Quitadamo si sottopone, infatti, ad estenuanti sedute di allenamento, esercitandosi molto spesso anche due volte al giorno. Conduce pertanto, con tanto sacrificio, uno stile di vita classico dell’atleta professionista, pur non essendo inquadrato in nessun gruppo sportivo militare o di polizia, status che gli consentirebbe di curare la propria passione in modalità più spensierata, forte di una sicurezza economica alle spalle.

Nel suo nutrito palmares spiccano indubbiamente i titoli di squadra di corsa campestre conquistati nel 1996 con la molisana “Leca Bojano”. Con il sodalizio campobassano diventa Campione Italiano a Salso Maggiore Terme (PR) e poco dopo addirittura Europeo a Monte Carlo. La medaglia d’oro continentale rappresenta attualmente il massimo riconoscimento raggiunto nell’atletica da un campione sipontino! Scolpite per sempre nel tempo, come nel cuore e nella mente, rimarranno per Michele le cerimonie di premiazione, dove a consegnargli gli allori saranno il Campione Olimpico Gelindo Bordin prima e nientepopodimeno che il Principe Alberto di Monaco poi.

Non sono mancati nel corso della sua brillante carriera, inoltre, i titoli individuali, come quello di Campione Italiano assoluto su pista nei 5000m outdoor, realizzato nell’ambito della kemesse nazionale del “C.S. Marina Militare”. Quitadamo è stato altresì pluricampione regionale negli 800m e nei 1500m outdoor, nonché pluricampione regionale di cross. Il forte mezzofondista manfredoniano, infine, vanta anche il titolo di Campione Italiano a squadre su pista nella specialità della “staffetta svedese”, conquistato nel corso dei Campionati “C.S. Marina Militare”.

Eccellenti poi le prestazioni personali (Personal Best) fatte registrare, specie nel corso dell’anno 1999:

50”98 nei 400m, 1’54”19 negli 800m, 2’27”35 nei 1000m, 3’53”09 nei 1500m, 8’38”59 nei 3000m, 14’58”60 nei 5000m, 30’29”00 nei 10.000m, distanze disputate tutte su pista outdoor. Su strada vanta poi anche un ottimo 30’15”00.

Tra le sue tante affermazioni sono da ricordare quelle compiute ininterrottamente, dal 1996 al 1999, alla “Corri Monte – old edition”, competizione durissima e molto partecipata da un punto di vista qualitativo. Notevole anche la vittoria al “ViviCittà” di La Spezia, gara su strada lunga km 12, conclusa con lo score di 37’28” netti.      

Dal 2000, purtroppo, s’interrompe prematuramente la sua carriera. Michele è costretto gioco forza a dedicarsi completamente allo studio ed al lavoro per costruirsi un futuro. L’atletica, nonostante gli straordinari risultati raggiunti, non lo ripaga come meriterebbe, a differenza di altri giovani campioni più fortunati, che riescono invece ad aggregarsi con i gruppi sportivi delle forze armate e dell’ordine. Neanche la sua città gli è d’aiuto in questo senso, costringendolo ad emigrare come tanti suoi concittadini per “trovarsi una strada”.

L’amore incondizionato per l’atletica e la fiamma che arde dentro di lui però non si placano e Quitadamo, dopo un paio di lustri, si rimette in gioco a livello amatoriale. La classe, nonostante gli anni di inattività, non tramonta e nell’aprile del 2010, al termine della mezza maratona di Rimini, il campione sipontino stampa quasi per scherzo un tempo di tutto rispetto (1h10’45”).

Questa è stata la fantastica storia e la parabola sportiva di Michele Quitadamo, un fuoriclasse dimenticato e finito quasi nell’oblio, che con le sue tantissime performance di prestigio ha dato tanto lustro alla città di Manfredonia, troppo spesso cieca e sorda dinanzi ai propri figli, compresi quelli più meritevoli…                

Pierfrancesco Gallifuoco

Fotogallery: Piefrancesco Gallifuoco

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